QSA: la nuova chiave per la competitività delle aziende

Le direttive ESG trasformano la funzione Qualità Sicurezza Ambiente in un elemento determinante per lo sviluppo competitivo. Padroneggiare la materia è la prossima sfida che attende le imprese.

Che cosa è il QSA?

QSA è l’acronimo di Qualità, Sicurezza e Ambiente e fa riferimento, all’interno di un’organizzazione, a un sistema che ha l’obiettivo di curare la qualità dei processi, la sicurezza negli ambienti lavorativi e la protezione dell’ambiente.

Questa funzione aziendale, indicata anche con il suo corrispettivo inglese QHSE (Quality, Health, Safety, Environment), monitora e implementa le disposizioni obbligatorie e volontarie per la singola organizzazione, agendo in modo integrato fra gli aspetti di qualità, sicurezza e ambiente.

Gli adempimenti sono certificabili attraverso i Sistemi di Gestione Qualità (ISO 9001), Ambiente (ISO 14001) e Sicurezza (ISO 45001) o un Sistema di Gestione Integrato QAS che combina i requisiti delle singole certificazioni. Accanto ai tre standard individuati, esistono anche altri modelli gestionali quali, ad esempio, la PDR 125 sulla Parità di Genere, la SA8000 per la Responsabilità Sociale, la  ISO 27001 per garantire la sicurezza delle informazioni,  l’ISO 37001 Sistemi di Gestione Anticorruzione e gli standard specifici per il settore in cui l’azienda opera.

 

I vantaggi di un sistema di gestione QSA

Oggi più che mai, la gestione di qualità, ambiente e sicurezza non può essere lasciata al caso: è la pietra angolare su cui si costruisce il successo sostenibile e la credibilità di un’impresa nel mercato globale.

Le nuove direttive ESG stanno infatti trasformando la funzione QSA in un elemento chiave per lo sviluppo competitivo delle aziende.

Un sistema di gestione QSA presenta numerosi vantaggi:

  • Migliora l’efficienza operativa

Le analisi dell’organizzazione aziendale e dei suoi processi permettono di ottimizzare effettivamente tempi e risorse, processi produttivi interni e migliorare le prestazioni.

  • Garantisce accesso a mercati complessi

Puntare al miglioramento continuo, innalzando gli standard produttivi di tutti i reparti, offre accesso a mercati complessi, in cui le aziende sono guidate da valori quali sicurezza, affidabilità, efficienza e certezza del servizio.

  • Migliora la reputazione aziendale

La compliance non è più oggi solo un insieme di meri adempimenti formali, ma un atteggiamento proattivo alle norme con effetti immediati sulla reputazione dell’organizzazione e quindi sulla fiducia di clienti, fornitori, investitori e dipendenti.

  • Incrementa la resilienza

Le aziende che adottano politiche di sostenibilità hanno una probabilità di default inferiore alla media delle imprese e mostrano performance economico-finanziarie migliori anche in periodi contraddistinti da shock esogeni legati alle materie prime.

  • Protegge dai rischi

Oltre ad agire sulla riduzione di incidenti, infortuni e malattie professionali, gestire in maniera proattiva gli aspetti QSA permette di abbattere i rischi di sanzioni legali e multe connessi al mancato rispetto degli adempimenti.

  • Aumenta il rating di legalità per l’accesso ai bandi

Molte amministrazioni pubbliche e organizzazioni richiedono queste certificazioni come requisito per partecipare a bandi e gare d’appalto. Un esempio su tutti sono i bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che premiano le aziende con certificazioni ambientali e sicurezza con punteggi aggiuntivi, facilitando l’accesso ai fondi.

  • Accesso a sgravi fiscali

Le certificazioni permettono anche l’accesso a sgravi fiscali. Ad esempio, per la certificazione parità di genere PDR125:2022, si può accedere ad un esonero nella misura dell’1% dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, fermo restando il limite massimo di 50.000 euro annui.

 

RSPP o HSE: le differenze dei ruoli

Spesso in materia di sicurezza sul lavoro il ruolo HSE (Health, Safety, Environment) viene confuso con quello dell’RSPP o Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. In realtà, pur avendo delle affinità, esistono quattro sostanziali differenze:

L’RSPP è obbligatorio, l’HSE è facoltativo

L’RSPP è una figura che il Datore di Lavoro deve nominare per legge: il D.Lgs 81/08, Testo Unico sulla Sicurezza su Lavoro, lo identifica come “persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi”. Può trattarsi di un membro interno all’azienda o di un consulente esterno, così come in alcuni casi il datore di lavoro stesso.

L’HSE Manager è invece definito dalla norma UNI 11720: 2018 come una figura professionale che supporta l’organizzazione nel conseguimento dei relativi obiettivi in ambito HSE sulla base delle proprie specifiche conoscenze, abilità e competenze.

L’RSPP ha solo potere operativo, l’HSE anche autonomia decisionale

L’RSPP è una figura che affianca il datore di lavoro occupandosi della valutazione dei rischi, della stesura del DVR, dell’individuazione di misure di sicurezza adeguate ai rischi rilevati e di organizzare l’informazione e formazione dei lavoratori.

Un HSE Manager definisce invece con il vertice dell’organizzazione gli obiettivi da raggiungere, ma a livello strategico e operativo ha autonomia.

L’RSPP ha un ruolo circoscritto, HSE agisce più in generale per migliorare la tutela di salute, sicurezza e impatto sull’ambiente

Se l’RSPP è focalizzato esclusivamente sugli adempimenti di salute e sicurezza stabiliti dalla legge, l’HSE Manager ha un perimetro d’azione più ampio, includendo anche la parte ambientale (considerando ad esempio emissioni, rifiuti, energia) e facendosi promotore di miglioramenti che non necessariamente siano correlati agli obblighi di legge.

Cambiano i requisiti

Il D.Lgs 81/08 impone che per diventare RSPP sia necessario possedere un titolo di studio non inferiore al diploma, o dimostrare una comprovata esperienza nel ruolo di RSPP di almeno 6 mesi. La persona deve, inoltre, essere in possesso dell’attestato di frequenza di corsi di formazione specifici per RSPP e dell’attestato di aggiornamento quinquennale per RSPP.

I requisiti per essere HSE Manager rispecchiano l’ampiezza delle materie trattate: sono necessarie competenze gestionali nel settore, know-how legale, normativo e tecnico e una consolidata esperienza, caratteristiche rinforzate dalle competenze trasversali manageriali, quali leadership e skill relazionali.

 

Implementare un sistema di gestione QSA

Alle specifiche HSE fin qui trattate si unisce l’aspetto della Qualità, che completa lo spettro di attività gestite dalla funzione QSA. Seguire tutti gli aspetti con efficacia richiede molta esperienza e un costante aggiornamento multidisciplinare: per questo motivo le imprese si trovano a scegliere fra due strade.

Dotarsi di personale interno all’azienda da un lato presenta il vantaggio di avere risorse completamente dedicate e dall’altra un alto dispendio di tempo ed energia, oltre alla criticità nella gestione di un eventuale turnover data la delicatezza dei temi di rilevanza strategica.

Sull’altro versante si pone una scelta simile a quella operata spesso per l’RSPP, ovvero un partner esterno specializzato: in questo caso non è sufficiente la collaborazione con un singolo professionista, bensì è utile l’inserimento in azienda di una struttura completa per gestire gli aspetti QSA in accordo con la Direzione.

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