Decision Making data-driven, ovvero come prendere decisioni informate basate sui dati
Le organizzazioni di successo hanno un fattore in comune: l’intera popolazione aziendale, dai C-level agli Assistant, è abituata a prendere decisioni oggettive partendo dall’analisi dei dati
Per essere più efficaci ed efficienti nelle attività finalizzate ad avvicinare, coinvolgere e catturare un cliente non è più sufficiente conoscerne le caratteristiche demografiche, i desiderata, e nemmeno i pain & gain.
Per riuscire a convertire un interesse in acquisto è indispensabile poter contare su un’organizzazione strutturata a prendere decisioni informate. E per ottenere questo, oggi, lo strumento più potente a nostra disposizione è il Decision Making data-driven a tutti i livelli.
Decision Making data-driven: i dati come motore del fare impresa
Il successo, l’ottenimento di quanto desiderato, il raggiungimento dei traguardi prefissati era e rimane al centro delle nostre vite professionali. In questi ultimi anni il loro perseguimento si è forse fatto più pressante, per non dire frenetico, e la tecnologia che abbiamo a disposizione per raggiungerli si è notevolmente evoluta: Analytics, Marketing Automation, Power BI sono solo gli esempi più famosi.
La tecnologia, tuttavia, è solamente un fattore abilitante. La vera chiave di volta in fatto di Decision Making data-driven è la presa di coscienza dell’enorme potenzialità di dati, notizie e insights raccolti su diversi canali on/offline. Essi descrivono puntualmente le abitudini del nostro pubblico e più saranno S.M.A.R.T. (Specific, Measurable, Achievable, Relevant, Time-bounded), più preciso sarà il processo decisionale e maggiore la probabilità di raggiungere gli obiettivi.
Oggi, il Marketing 3.0 necessita di informazioni puntuali per decidere cosa raccontare, a chi, come farlo, con quali mezzi e in che tempi. L’esperienza avuta in questi anni con tante realtà imprenditoriali, di dimensioni più o meno grandi, ha evidenziato che la differenza risiede non tanto nella quantità di dati raccolti o nella bontà degli Analytics, quanto nella capacità dell’intera organizzazione a prendere decisioni guidate dai dati. E per raggiungere questo traguardo sono indispensabili tre “ingredienti segreti”.
Diventare una data-driven Company
1. Gestione per processi condivisi
Ancor oggi la maggior parte delle imprese è organizzata secondo un modello funzionale che prevede un’unica linea di riporto gerarchica. Questo significa che, a fronte di una chiara suddivisione di ruoli e mansioni, ciascun dipendente vede solo i suoi compiti e difficilmente acquisisce una visione d’insieme, così come i singoli Manager conoscono un aspetto specifico dello sviluppo di un prodotto o progetto, ma nessuno ha una visione corale dell’insieme delle attività.
Da questo deriva una scarsa integrazione tra i dipartimenti, suddivisi in silos impermeabili che non dialogano, non scambiano dati e informazioni e ragionano secondo i propri obiettivi, identificando la soluzione più vantaggiosa per l’attività anziché per il cliente finale.
D’altro canto, adottare una gestione per processi significa abbattere i silos, agevolare la condivisione di informazione, permettere alle persone di confrontarsi in quanto non più vincolate a strutture gerarchiche passive, ma impegnate proattivamente in progetti condivisi.
2. Cultura del dato
Quando i team interni sono consapevoli del pieno valore dei dati significa che tutti (dal Responsabile Commerciale al Business Analyst, allo Specialist delle Risorse Umane) sono in grado, ogni giorno, di fare Decision Making data-driven. Questo approccio non deriva solo dall’implementazione di una tecnologia di analisi orientata a individuare una nuova opportunità strategica, ma piuttosto dalla consapevolezza dell’importanza del dato nell’assumere decisioni corrette.
Per l’organizzazione è necessario allora rendere il Decision Making data-driven una prassi, creando una cultura aziendale atta a promuovere il pensiero critico, la ricerca e la curiosità.
3. Allargamento decisionale
In un’organizzazione per processi i dati e le informazioni non sono riservati ai C-level ma vengono condivisi tra tutte le persone coinvolte nel progetto. Vi è un allargamento del potere decisionale, uno spostamento verso il basso della capacità o meglio della necessità di assumere decisioni basate sui dati. A tutti i livelli i dialoghi tra le persone cominciano dai dati e le competenze sui dati vengono sviluppate attraverso la pratica e l’applicazione.
L’azienda che riesce a concatenare con successo i processi critici attraverso uno scambio informativo snello e continuativo, ovvero ridisegna il suo modello di business, diventa più efficiente, più snella, più veloce e riesce ad accrescere la soddisfazione dei clienti e la loro fedeltà attraverso l’offerta di maggior valore.
Leonardo Piccolo, Referente Tecnico Area Marketing