Food & Beverage: i 4 trend nell’agroalimentare per il 2022
Mix proteici, Bio-MOCA, Clean Label, Zero Waste: dal produttore al consumatore, le tendenze Food & Beverage per il 2022 parlano di sostenibilità, etica e tecnologia
In Italia il comparto agroalimentare è uno dei settori trainanti dell’economia, secondo per fatturato solo al metalmeccanico. L’apertura globale dei mercati e le nuove abitudini di consumo sollecitano le imprese a continui investimenti in ricerca e sviluppo per innovare i propri prodotti, rispondere alle richieste dei consumatori e mantenere così la competitività acquisita.
Il cibo, oggi, non è più solamente un mezzo di soddisfazione funzionale, ma è una diretta espressione dei nuovi stili di vita: edonismo, socialità, eterogeneità, rispetto per l’ambiente, sostenibilità economica e tempistiche frenetiche sono solo alcune delle ragioni alla base della scelta in fase di acquisto. Ecco perché l’innovazione in ambito agroalimentare non riguarda solo materie prime, preparazioni e gusto, ma anche e soprattutto packaging, processi produttivi, dialogo tra filiere, servizi distributivi.
Per il 2022 abbiamo identificato quattro trend del settore Food & Beverage che influiranno profondamente sul settore agroalimentare e che le imprese italiane dovranno contemplare nei loro piani industriali per mantenere alta l’asticella.
1. Qualità, Tempo e Porzioni: il tris del successo a scaffale
Il consumatore post-moderno legge le etichette, si informa sui processi di trasformazione e trasporto degli alimenti, fa ricerche sulle qualità organolettiche dei prodotti e lascia sempre più lo spazio in carrello per i pasti time saving di altissima qualità. Privilegia inoltre eterogeneità e diversificazione, astenendosi da cibi “industriali” e standardizzati, e questo elemento aumenta la competitività di piccole imprese, produttori locali e tipici.
A livello macroscopico, l’invecchiamento della popolazione, la riduzione progressiva della dimensione dei nuclei familiari, l’aumento delle lavoratrici, la diffusione dei media e l’urbanizzazione sempre più diffusa spiegano l’aumento della domanda legata a prodotti porzionati monodose, sempre più attenti alle indicazioni “free from” (lattosio, sodio, grassi saturi, antibiotici, coloranti, conservanti) e “rich in” (fibre, super foods, trattamento etico di persone, animali, territori e ambiente).
La globalizzazione ha indotto i consumatori a richiedere sempre più trasparenza informativa: le imprese stanno quindi mettendo a punto sistemi di tracciabilità di filiera complessi per risalire alle metodologie di produzione utilizzata, all’origine della materia prima, e al territorio di origine del prodotto.
2. La lotta allo spreco incalza le innovazioni tecnologiche
Nella lotta allo spreco tutti gli attori della filiera agroalimentare sono chiamati a fare la loro parte. Dalla produzione di packaging intelligente, in grado di migliorare la conservabilità ed estendere la durata di un prodotto, all’utilizzo di inchiostri cromogenici sui codici a barre delle confezioni per segnalare l’avvicinarsi della data di scadenza, fino alla tecnologia RFID per controllare temperatura ed esposizione alla luce in tutte le fasi di trasporto e stoccaggio di un prodotto, garantendone la sicurezza.
Se da un lato le imprese del settore primario si stanno muovendo verso la clusterizzazione dei prodotti agricoli e la diversificazione dei canali di distribuzione, dall’altro le aziende di trasformazione prediligono l’investimento su approcci circolari che puntano alla valorizzazione interna delle eccedenze (prodotti finiti, ma anche scarti della produzione e semilavorati) e alla contestuale razionalizzazione dei processi produttivi.
3. Bio-MOCA e packaging ottenuto dagli scarti: il futuro è green
Un imballaggio si può considerare sostenibile quando ha un limitato impatto ambientale, ma al contempo preserva o migliora la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, favorisce un ampio accesso al cibo che contiene e incoraggia cambiamenti positivi nella comunità. È il caso del packaging e bio-MOCA prodotti in un’ottica di economia circolare: dalle acque reflue della filiera casearia, da cui si estrae il lattosio, o dagli scarti organici si ottengono imballaggi riciclabili, biodegradabili e compostabili.
Scegliere di sostituire i materiali convenzionali (carta, plastica, vetro) con soluzioni innovative e sostenibili è un passo importante e strategicamente vantaggioso perché facilita l’accesso ai contratti con la PA e le partnership con le private label della GDO, aumentando al contempo credibilità e rating aziendale sui mercati internazionali.
4. Sostenibilità alimentare e ambientale
La dieta dei consumatori su base mondiale sta variando per rispondere alle nuove necessità di sostenibilità e ridotto impatto ambientale. Cosa significa in termini di preparazioni? L’allevamento intensivo è uno dei fattori di maggior impatto ambientale, e dunque la quantità di carne pro-capite dovrà inevitabilmente calare. I piatti a base di carne-non-carne, i mix proteici da carni e vegetali, l’ingresso di nuove fonti proteiche (ad esempio gli insetti), l’utilizzo massiccio di funghi e legumi sono le soluzioni più efficaci per affiancare e sostituire le macellazioni e saranno sempre più presenti nell’offerta di GDO e HO.RE.CA.
Inoltre, i prodotti da Agricoltura Organica e Rigenerativa mirano a recuperare terreni degradati e impoveriti da uno sfruttamento eccessivo, migliorandone la biodiversità e aumentandone la rendita qualitativa, con un impatto positivo sui cambiamenti climatici.
Dal dire al fare: da tendenze ad azioni concrete
Per realizzare questi tipi di progetti complessi, le aziende hanno bisogno non solo di una struttura tecnico-ingegneristica, ma anche di una visione multidisciplinare che coinvolga in maniera sinergica altre discipline: economia, organizzazione del lavoro, gestione delle risorse umane, ecologia, sociologia.
Si tratta di acquisire una Governance prospettica, che sappia gestire complessità e turbolenza dei mercati, guardare con lungimiranza al futuro, tradurre le tendenze in attività quotidiane, trasformare dati e valori in processi e prodotti ad alto valore aggiunto. Il futuro del Food & Beverage è ricco di opportunità profittevoli, ben radicate nei grandi cambiamenti in atto e nei trends 2022.
Tommaso Caliciuri, Responsabile Area Agroalimentare